Peroni

E´ una storia partita da lontano, nel 1864, quando il capostipite Francesco Peroni inaugurò a Vigevano la prima fabbrica. Senza immaginare che quel marchio sarebbe diventato uno dei simboli del made in Italy ma anche una delle operazioni commerciali meglio riuscite nella storia della pubblicità: lo slogan ”Chiamami Peroni, sarò la tua birra”, ha attraversato il Novecento, e le belle ragazze bionde che lo hanno pronunciato sono entrate nell´immaginario collettivo. Ora, il celebre marchio si aggiunge...

E´ una storia partita da lontano, nel 1864, quando il capostipite Francesco Peroni inaugurò a Vigevano la prima fabbrica. Senza immaginare che quel marchio sarebbe diventato uno dei simboli del made in Italy ma anche una delle operazioni commerciali meglio riuscite nella storia della pubblicità: lo slogan ”Chiamami Peroni, sarò la tua birra”, ha attraversato il Novecento, e le belle ragazze bionde che lo hanno pronunciato sono entrate nell´immaginario collettivo. Ora, il celebre marchio si aggiunge alla lista, già lunga, di prodotti squisitamente italiani passati nelle mani di compratori stranieri.

Quella di Francesco Peroni fu una scommessa. Nel 1846, anno di nascita dell´azienda, in Italia i consumi pro capite di birra non superavano gli 0,70 litri (contro i 219, ad esempio, della Baviera). Ma la produzione incontrò il riscontro del pubblico. Tanto che nel 1872 l´azienda si trasferì a Roma, fregiandosi, nei primi anni dell´unità, dello stemma reale, riservato ai fornitori ufficiali di Casa Savoia. Nel giro di quindici anni, la Ditta Peroni diventa una delle principali realtà imprenditoriali del Paese, soprattutto la prima nel centro-sud. L´azienda scavalla il secolo, e scandisce il passare degli anni e delle mode con le celebri locandine pubblicitarie.

Negli anni Sessanta anche la Peroni viene travolta dal boom economico. Il marchio entra nelle case e nelle abitudini degli italiani (”Mi manca tanto la Peroni!), grazie ai suoi slogan e alla sue modelle. Attraenti, bionde, specchio di quella bellezza nordica consacrata dall´immagine prepotente di Anita Ekberg. Risale al 1965 l´esordio in televisione della tedesca Solvi Stubing (ora conduce rubriche sul cinema in onda sulle tv private ndr), indimenticabile nell´abito da marinaretto. La ”bionda della Peroni” diventa subito un fenomeno di costume, incarnata, negli anni, da una lunga serie di volti femminili. Fra i più recenti, Philippa Lagerbach (”Una bionda per la vita”), Adriana Sklenarikova (che stappa una bottiglia sulla fibbia dei pantaloni della sua guardia del corpo), e ancora, Jennifer Driver e Camilla Vest. Ma fra i ”volti Peroni” è entrato di recente anche un nome maschile: quello del campione di motociclismo Valentino Rossi, testimonial in uno spot-tormentone

Intanto, nel 1963, in omaggio al transatlantico Rex, vincitore, nel 1933, della ”Blue Ribbon”, era nata Nastro Azzurro, trasformatasi presto in uno dei prodotti di punta dell´azienda, e sponsor, ancora oggi, di regate ed importanti competizioni veliche. Ma sempre agli anni Sessanta risale il debutto oltreoceano: Peroni apre un ufficio commerciale a New York e poi, velocemente, conquista le terre dei palati più esigenti in fatto di birra: tutti gli Stati Uniti, l´Australia, la Gran Bretagna.

Oggi, gli stabilimenti di produzione del gruppo sono quattro (Roma, Napoli, Bari e Padova), con circa 900 dipendenti e una capacità di quattro milioni e 700 mila ettolitri. E un fatturato che, lo scorso anno, ha raggiunto i 494,2 milioni di euro. E all´accordo con la SabMiller guarda con ottimismo anche il sindacato che, pur sospendendo il giudizio, ammette tuttavia che l´arrivo del gruppo sudafricano ”può rappresentare un´occasione” importante di rilancio per il marchio.


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